


1) In quali circostanze psicologiche prendiamo decisioni rilevanti per la nostra salute?
Quando si tratta di prendere decisioni che comportano rischi, noi umani possiamo essere irrazionali in modi davvero sistematici - un fatto questo che gli psicologi Amos Tversky e Daniel Kahneman, com’è noto, hanno dimostrato con l'aiuto di una situazione sperimentale, paurosamente inerente all'odierna epidemia di Coronavirus. Questo esperimento è giunto alla luce della ribalta come il problema della malattia asiatica.
2) Quindi questo significa che le nostre decisioni non sono infallibili sul piano psicologico?
Il nostro processo decisionale è scorretto quanto basta quando la malattia è ipotetica. Ma quando la malattia è reale - quando vediamo che i tassi di mortalità effettivi aumentano quotidianamente, come nel caso del coronavirus - entra in gioco un altro fattore oltre alla nostra sensibilità alle perdite: la paura.
3) Esistono validi esempi di decisioni distorte “a causa” dei nostri sentimenti?
Lasciate che vi faccia un esempio. In diversi esperimenti, io e i miei colleghi abbiamo condotto delle persone a sentirsi tristi o arrabbiate facendo loro leggere un articolo di una rivista che descriveva o l'impatto di un disastro naturale su una piccola città o i dettagli di veementi proteste anti-americane all'estero. Successivamente, abbiamo chiesto loro di stimare le frequenze di certi eventi che, se si verificassero, in genere renderebbero le persone tristi (ad esempio, il numero di persone che quest'anno dovranno sopprimere l’animale domestico prediletto) o arrabbiate (ad esempio, il numero di persone che quest'anno verranno ingannate intenzionalmente da un rivenditore di auto disonesto) – stime, queste, rispetto alle quali le persone non avrebbero avuto in quel momento una risposta informata.
4) Le reazioni dell’opinione pubblica all’allarme Coronavirus sono un ulteriore esempio di distorsione del giudizio dettata dalla paura?
Fino ad oggi (la data di pubblicazione dell’articolo è l’11 Febbraio, ndr) è stato confermato che solo 12 persone negli Stati Uniti hanno avuto il Coronavirus e tutte hanno effettuato o sono state sottoposte a monitoraggio medico. Eppure, la paura di contrarre il virus è dilagante. In tutti gli Stati Uniti, le maschere per il viso (la maggior parte delle quali non aiuta contro il virus) sono state prese d’assalto, vi è stata una certa esitazione a recarsi luoghi affollati e persino un crescente sospetto che qualsiasi asiatico potesse ospitare il virus.
